Lisbona
È una delle capitali meno care d’Europa, anche per i turisti. Con la Lisboa Card si entra gratis in 26 musei e si prendono liberamente i mezzi pubblici . In più c’è il taxi voucher, una carta prepagata per spostarsi a tariffe ridottissime che si compra in aeroporto nel punto Turismo de Lisboa.
Basterebbe questo per preferire Lisbona alle più tradizionali Parigi e Londra. In realtà, c’è molto di più: la sua cucina è straordinariamente saporita, la gente particolarmente ospitale e la città inaspettatamente varia. Esiste una Lisbona medievale, barocca, razionalista e una rinnovata, uscita dai mega interventi degli anni Novanta. E poi c’è la luce: tagliente e amalgamante, col sole che qui splende più di 300 giorni all’anno.
Lisbona, popolare e colorata nel labirinto di viuzze dell’Alfama e del Barrio Alto; elegante nelle strade del Chiado (il quartiere rinato dopo l’incendio del 1988); giovane nella zona dei Docas, un tempo magazzini fluviali e oggi ristoranti e locali. I nuovi poli dell’arte e della cultura, poi, su cui Lisbona ha investito molto, si affiancano ai grandi musei della città. Dal Museu do Chiado, in un ex convento francescano del XIII secolo, con una ricca collezione di arte moderna e contemporanea, ai 6mila capolavori antichi e orientali del Museo Calouste Gulbenkian, tra le fondazioni più interessanti d’Europa. E poi il Museo Nacional do Azulejo, nel convento della chiesa di Nostra Signora Madre di Dio: un tripudio di mattonelle bianche e azzurre, dipinte a partire dal XV secolo.
Il Ccb è invece il simbolo della Lisbona che cambia. Progettato a Belém (dove si trova l’omonima torre, capitaneria di porto nel Cinquecento), il quartiere sulle rive del Tago, da Manuel Salgado e Vittorio Gregotti, è un immenso centro culturale che ospita musica, teatro, incontri letterari e il Museu Coecção Berardo Arte Moderna e Contemporânea, con una delle raccolte più ricche d’Europa (opere di Picasso, Miró, Dalí, Modigliani, Warhol e molti altri).
Porto
Per tutto il mondo è sinonimo di vino. Quel liquore dolce o secco come uno sherry, tanto apprezzato dai nobili inglesi, che invecchia per anni nelle cantine affacciate sul Douro. Ma sarebbe un errore fermarsi a questo. Porto è anche capolavori barocchi, chiese ricoperte di azulejo (le stupende maioliche bianche e blu ereditate dai Mori), lavorazione dell’argento. Tutti ottimi pretesti per riscoprire quest’antica città salvata dall’Unesco negli Anni ’90, quando tutti i monumenti, dopo anni di abbandono, sono stati riportati all’antica bellezza. Come il Palacio da Bolsa , la Borsa, o il chiostro della cattedrale Sé do Porto del 1120 .
Ribeira, costruito lungo l’argine del fiume Douro, è il quartiere più pittoresco, con le botteghe dove comprare i famosi cesti di paglia della Costa Verde e le bancarelle del mercatino, lungo le mura Fernandina. Qui si trovano ancora manufatti artigianali per la casa, soprattutto vasi e piatti in ceramica. Tutt’attorno una serie di archi scavati nel granito delle mura, dove un tempo i pescatori riponevano le reti. Oggi questi spazi sono occupati da una miriade di ristorantini dove gustare pesce, crostacei e molluschi freschi in gran quantità. Da provare Chez Lapin e Porta Larga, dove il pesce è accompagnato da salsine speziate e ottimi vini regionali. Per uno spuntino a base di insalate conviene fermarsi al Café do Caìs sulla riva del fiume, da cui guardare, sulla sponda opposta, il quartiere di Villa Nova de Gaia, dominato dallo splendido monastero di Serra do Pilar e dalle distillerie di Porto più famose della città.
Se il quartiere dei pescatori è indubbiamente il più vivace e affascinante, solo camminando per le vie del centro storico si possono ammirare i capolavori del Barocco portoghese. Magnifica la chiesa do Carmo (rua do Carmo), in pietra scura, con un lato esterno completamente ricoperto di azulejo. A poche centinaia di metri, la libreria centenaria Lello & Irmao ricorda le grandi biblioteche dei monasteri medievali con un sontuoso scalone, scaffali gotici di legno e file di libri, molti a tiratura limitata. È dei primi del Novecento anche l’azulejo che ricopre interamente la Capela das Almas, in rua Santa Catherina, mentre sono molto più antiche le maioliche che decorano la facciata principale della chiesa de Santo Ildefonso (XVIII secolo), in fondo alla strada.
Porto è indubbiamente famosa per l’argento. La tradizione artigianale risale al XV secolo, quando in Portogallo iniziò a essere importato dalle colonie il prezioso metallo. Da allora le tecniche non sono cambiate né si è perso lo spirito di corporazione medievale. I laboratori non sono nei quartieri storici, ma in zone defilate e periferiche, tra capannoni industriali; vale la pena visitarli sia per gli ottimi acquisti che per assistere direttamente alla lavorazione del metallo. Fedele ai metodi di lavorazione tradizionale è l’artigiano Paolo Fulgencio , che possiede una piccola impresa alle porte della città. Nel suo laboratorio si trovano gioielli e oggetti su misura con prezzi inferiori a quelli dei negozi. Aperta nel 1902, un’altra ditta a gestione famigliare è la Manuel Alcino & Filhos dove, oltre che in argento, vengono realizzati oggetti in cristallo.